Riflessioni sul valore della formazione
In questa torrida estate, la scuola continua a tener banco nei mezzi di informazione. Da un lato la notizia di aumenti salariali per tentare di restituire valore e dignità al lavoro educativo. Dall’altro la pubblicazione dei risultati Invalsi 2021/2022 che evidenziano come la pandemia abbia inciso sugli apprendimenti. Ciò che colpisce dall’analisi dei dati sono i divari che continuano ad allontanare il sud dal resto d’Italia. Non solo in inglese e nelle materie STEM – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – ma anche in italiano. Il risultato è che le competenze inadeguate alimentano il fenomeno dei NEET, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione.
A livello locale l’analisi dei dati comune per comune relativi agli studenti di terza media a livello 1 e 2 (i più bassi) nei test Invalsi di italiano, vede su Cagliari uno studente su tre con il 33,4% e su Quartu Sant’Elena quasi uno su due con il 44,8% che ha difficoltà a comprendere correttamente quello che legge.
La rinascita della terza città della Sardegna passa anche su un forte investimento educativo in ambito formale, non formale e informale che veda l’intera comunità educante cooperare sullo sviluppo delle competenze a partire dagli studenti più fragili e a rischio di insuccesso scolastico.