Più dolcetti che scherzetti
Più dolcetti che scherzetti. Musica a palla e tanta voglia di ballare. Lunghe file di bambini in attesa di essere truccati. Nell’affollato backstage, Sonia e altre volontarie senza un attimo di tregua danno sfogo alla richiesta di visi spaventosi e grondanti di sangue senza limiti all’orrido. Aspettando #Halloween non ha tradito le attese. Una festa sincretica di tradizioni pagane e religiose ha superato i confini anglosassoni per diventare un appuntamento universale. Una sorta di capodanno che mette insieme il ricordo di quanti hanno dedicato la propria vita alla santità e il ricordo di chi non c’è più. Un’endiadi sincretica di ricorrenze per esorcizzare le paure e la morte in una contingenza temporale dove spirano forte i venti di guerra. E allora via a questo secondo atipico carnevale, con mascheramenti tematici e funesti, anche perché l’umanità contemporanea sta sfatando il mito che una volta all’anno si possa impazzire (semel in anno licet insanire).
La lezione di saggezza ci arriva da bambine che varcano i confini annullandoli. Provengono dai punti più estremi dell’Africa – nord, sud, occidentale ed orientale – che assieme a bambini europei e di altri continenti si prendono per mano e ballano insieme.
La lezione di saggezza ci viene da tante mamme e signore di mezza età che insieme a qualcosa in questa festa hanno portato parte di sé: bisogni di ascolto e di socializzazione, di narrazione e di rinascita, per affrontare la vita con spirito nuovo e nuova energia, per abbandonare paure ancestrali e vecchie e nuove insicurezze. Perché tutto va metabolizzato anche con i dolcetti della tradizione: pabassinas e ossus de mortu.