Alla natura si comanda solo obbedendole
L’umanità spreca troppa energia e risorse, con costi ambientali enormi, e nel farlo emette troppi gas serra. Suoli inquinati ed acque contaminate, deforestazione e cambiamenti climatici. Il principale responsabile di questo stato di cose è il modello economico dominante, basato su consumi incrementali.
Nel futuro il pianeta potrà sopravvivere se saprà imitare la natura.
Al laboratorio educativo intergenerazionale – madre natura – sulla transizione ecologica hanno partecipato adulti, giovani e bambini. Si è partiti da loro, dalle loro parole chiave, dal rapporto con il mondo animale e vegetale, dalla loro capacità di interazione e immedesimazione, di riconoscimento sensoriale e di essere cacciatori di sogni.
Le parole di Riccardo Badini, storie ed immagini di popoli alter-nativi, fiabe e miti della bio-diversità amazzonica, dall’anaconda al delfino rosa, dallo sciamanesimo al vegetalismo e al potere curativo delle piante con saperi tramandati da millenni, hanno attirato l’attenzione e la sete di conoscenza sull’importanza dell’educazione allo sviluppo sostenibile.
Tutti coinvolti, nessuno escluso, in un contesto interculturale che riesce sempre a sorprendere per la generosità di protagonisti che sanno dare e ricevere. Proprio come i semi Huayruro, donati ai presenti come augurio per una vita felice e prospera.
Grazie a Lucia Lorenzini e alle sue dolci note, che hanno accompagnato la canzone di Gianni Rodari e Sergio Endrigo “Ci vuole un fiore“. Grazie a tutte le volontarie, alle educatrici, ai giovani del Servizi Civile Universale per l’attiva partecipazione e l’ideazione di alcune attività.
È proprio vero. Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare.